Questo il comunicato stampa di SNAG, SINAGI e
USIAGI (clicca qui) in merito alla firma apposta da Fenagi e Cisl per gli abbonamenti in
edicola.
Mi sembra giusto riportare anche quello delle
due organizzazioni che, con incomprensibile remissività, hanno sottoscritto l’accordo:
“Il Protocollo prevede:
1) Un anno di sperimentazione durante il
quale le parti verificheranno la convenienza economica, le modalità e la
qualità di erogazione del servizio;
2) La possibilità di rivedere annualmente la
percentuale prevista per il rivenditore, fissata per il primo anno al 10% sul
prezzo nominale di cessione al pubblico indicato sulla testata;
3) L’istituzione di un Gruppo di lavoro
specifico composto da quattro rappresentanti degli editori e da quattro
rappresentanti dei rivenditori (due designati dalla FENAGI e due designati
dalla FELSA CISL) per monitorare puntualmente l’intero processo;
4) Per quanto riguarda la promozione di nuovi
abbonamenti (sia di quotidiani che di periodici) effettuata a cura
dell’edicolante, sarà riconosciuta, con modalità da definirsi ad hoc con la
singola testata, un compenso aggiuntivo, tale da evitare fenomeni di
cannibalizzazione delle copie;
5) Va, infine, sottolineato che la
sperimentazione sarà effettuata solo nelle aree individuate dal Gruppo di
lavoro.”
Niente di più, nulla di meglio di
quanto “suggerito” dalla FIEG nella bozza che era già stata predisposta prima degli
incontri. Dove è finita la condizione posta dalla Fenagi, riportata sul suo sito
in data 31 ottobre 2012, che invitava la FIEG a riconoscere “un significativo aumento
dell’aggio per i rivenditori rispetto al 10% proposto"?
Quali armi hanno usato i
funzionari FIEG per convincerla che 10 per cento era e 10 per cento rimaneva? E il compenso totale per il rivenditore che farà la promozione di nuovi abbonamenti sarà superiore al 19 per cento o sarà poco di più del 10 per cento?
Non ho risposte, o meglio non posso scriverle qui.
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