Sabato 3 gennaio 2015 ho inviato alla Pizzardi Editore
S.p.A. la seguente email:
In
data 2 gennaio 2015, la locale agenzia di distribuzione ha veicolato alle
rivendite di giornali gli album e le figurine in oggetto indicando, sulle bolle
di consegna, il presunto richiamo in resa alla data del 31 ottobre 2015 ben
oltre, quindi, il termine di giacenza previsto, per tali prodotti, dal vigente
Accordo Nazionale.
Poiché
anche nel decorso anno gli album e le figurine Amici Cucciolotti 2014 sono
stati richiamati in resa dopo 306 giorni dalla data della prima fornitura, si
può ragionevolmente affermare che codesta Società non abbia alcuna intenzione
di rispettare il regolare termine di giacenza che, com’è noto, è fissato in sei
mesi dalla data di consegna.
Premesso
quanto sopra, si anticipa fin d’ora che lo scrivente, alla regolare scadenza
del termine di cui sopra (e cioè al 1° luglio 2015) inviterà tutte le rivendite
associate a restituire – anche in caso di mancato richiamo in resa – i prodotti
in argomento.
Naturalmente,
qualora codesta Azienda volesse avvalersi di un maggiore periodo di permanenza
in edicola, rimaniamo a disposizione per concordare modalità e condizioni
economiche diverse da quelle attuali.
Distinti
saluti
Ovviamente,
almeno fino ad oggi, nessuna risposta.
Il
fatto che i prodotti di cui parliamo abbiano vendite considerevoli non
significa che l’editore possa imporre permanenze “bibliche” perché se è vero
che gli edicolanti guadagnano qualcosina è altrettanto vero che guadagna anche,
e soprattutto, l’editore.
Non
mi pareva di aver chiesto la luna, ma solo di parlare, di capire se, in cambio
di una permanenza più lunga, poteva esserci un qualche beneficio per la
categoria dei giornalai.
Mi
sono illuso; gli editori continuano a ignorare gli edicolanti: sono solamente
dei “paria “ la cui traduzione corretta, secondo Wikipedia, non è intoccabili ma oppressi. Condivido pienamente.
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