venerdì 21 gennaio 2011

ACCORDO NAZIONALE

Siamo tutti consapevoli che l’Accordo Nazionale sulla vendita dei giornali quotidiani e periodici abbisogna urgentemente di una notevole revisione e di un aggiornamento che tenga conto delle mutate condizioni del mercato.

Risulta che da tempo le OO.SS. di categoria lavorino in tal senso scontrandosi però con l’ignavia di una F.I.E.G. sempre meno rappresentativa che ritiene più conveniente un congelamento dello status quo.
La necessità di una modifica dell’Accordo è però molto sentita dalla rete di vendita tant’è che sul web possiamo trovare diverse proposte avanzate da singoli rivenditori anche se, a volte, contrastanti.
Su Facebook ho trovato una “lista della spesa” molto lunga contenente circa una quarantina di proposte che in parte riguardano l’Accordo Nazionale e in parte richiederebbero una modifica alla legislazione vigente.
Vi risparmio la pubblicazione integrale dell’elenco che più di una “lista della spesa” mi sembra una “lista dei sogni” anche perché trovo controproducente presentare, in qualsiasi trattativa, un’infinità di richieste: si corre il rischio di perdere di vista le cose più importanti e portare a casa solo paccottiglie.
E oltre a ciò, può succedere che qualche sprovveduto possa anche pensare che basti fare un elenco per ottenere quello che si vuole.
Mi sia consentito, però, di commentare alcune delle richieste.
Quella più strabiliante e più comica (mi scusi chi l’ha proposta) è “vietare la presenza dei giornali nei bar fino alle 11 del mattino”. Ovviamente è necessario un provvedimento legislativo che preveda anche adeguate sanzioni nei confronti dei trasgressori, la confisca dei beni (i giornali saranno consegnati all’edicolante più vicino con la possibilità di metterli in resa) e la chiusura del locale per almeno quindici giorni. Si potrebbe anche proibire, sempre fino alle 11 del mattino, la messa in onda dei vari TG e dei notiziari radio. Questo per i quotidiani. Per i settimanali e mensili si potrebbe proibire la loro presenza negli studi medici e nei negozi di barbieri e di parrucchiere. Sui tram dovremo fare in modo che il vicino non possa sbirciare il quotidiano o la rivista che stiamo leggendo. E così via.
Altra richiesta: “possibilità di fruire di più giorni di vacanze”. Ovvero essere fuori dalla realtà: attualmente solo il 27 per cento delle rivendite usufruisce delle ferie e meno di un terzo di queste utilizza anche la terza settimana di ferie. Se il problema vacanze riguarda meno del 9 per cento degli interessati, è meglio non sollevarlo.
Diverse le proposte sugli abbonamenti; colpisce particolarmente questa: “obbligo per chi si vuole abbonare, di transitare comunque attraverso le edicole esclusive”. Mi sembra di capire che si vogliano colpire e punire le Poste Italiane e le edicole non esclusive. Ma al rivenditore, oltre al “transito” obbligatorio dell’abbonato in edicola, cosa e quanto resta nelle tasche? Devo accontentarmi della presenza fisica dell’abbonato o percepisco un compenso per la consegna oppure è una vera e propria vendita e a quale percentuale?
Non se ne parla. E quel povero lettore che abita a Deccio di Brancoli e che vuol fare un abbonamento a Panorama quanti chilometri dovrà fare per “transitare” in un’edicola esclusiva?
Termino con i compensi. E qui la fantasia dà il massimo: “l’unificazione degli aggi al 24% per ogni pubblicazione in giacenza fino a 40 giorni, più un fisso di 2 centesimi per ogni copia di pubblicazione transitante in edicola, aggio al 30% per ogni pubblicazione in giacenza dai 40 ai 60 giorni” e la “compensazione per gli invenduti in edicola nell'ordine di 3cent per le pubblicazioni che superano il 40% di resa” ci costringerà a interminabili notti in bianco per calcolare, sicuramente in modo molto approssimativo, l’ammontare delle forniture.
Forse potrebbe bastare chiedere un aumento della percentuale di sconto. ma qual è la cifra giusta? Il 30, il 50 o addirittura l’80 per cento come provocatoriamente propone qualcuno tenendo conto delle percentuali offerte dagli editori agli abbonati? A voi la risposta…. La mia sicuramente potrebbe non accontentare tutti.

3 commenti:

  1. Buongiorno, e dov'è la "lista della spesa" di SNAG? Nell'ultimo Azienda Edicola non ho letto nulla...nemmeno nelle 20 righe di verbale sul vs Consiglio Nazionale ho letto nulla di interessante. Di cosa parlate in FIEG? se nemmeno vi ascolta. Forse non avete nemmeno voi le idee troppo chiare, tanto più che non dite nulla...ciao

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  2. Forse la Fieg non ci ascolta ma voi neanche vi convoca. Forse le nostre idee non sono troppo chiare, sicuramente non sono fantasiose ed esilaranti come quelle della lista dei sogni.
    Ciao da Lucca Est

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  3. ...tra un pò ci vediamo allo stesso tavolo ;-)

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