Leggo su la Repubblica (pag. 22) di oggi 6
gennaio che l’Antitrust avrebbe suggerito al Governo una serie di interventi per
il prossimo pacchetto di liberalizzazioni.
Uno di questi interventi è dedicato alla rete
delle edicole.
Secondo il suggerimento dell’Antitrust ai
rivenditori andrebbe applicata una “remunerazione differenziata” stabilita in
base a parametri che tengano conto delle qualità delle prestazioni offerte e
dei risultati conseguiti.
La sinteticità della notizia non consente di
capire cosa si intenda per “remunerazione differenziata” ma la memoria mi
aiuta: il concetto era già stato espresso da detta Autorità in occasione dell’Indagine
Conoscitiva riguardante il settore dell’editoria avviata nel febbraio 2007 e
chiusa il 23 settembre 2009.
Ritengo utile riportare fedelmente il punto
216 della seconda parte (la distribuzione dei prodotti editoriali) dell’indagine:
216. Si ritiene, in
particolare, che gli obiettivi sottesi al principio di identità delle
condizioni
economiche di cessione delle
pubblicazioni riconosciute ai rivenditori stabilito dall’art. 5 del
Decreto Legislativo n. 170/2001
non sarebbero vanificati se la remunerazione fosse differenziata
facendo riferimento a parametri
oggettivi, che tengano conto della qualità delle prestazioni rese e
dei risultati conseguiti dall’esercizio.
Esempi in questo senso sono individuabili in Francia, dove il
corrispettivo riconosciuto al
rivenditore varia in funzione del livello di specializzazione di
quest’ultimo e della qualità del
servizio offerto, e in Gran Bretagna, dove i distributori locali hanno facoltà di applicare un carriage
service charge, la cui entità varia a seconda dei volumi di giornali acquistati dal punto vendita.
Quali sono i parametri francesi è
spiegato nella nota seguente:
I punti vendita che accettano di
distribuire solamente un’offerta limitata (solo quotidiani o numero di titoli
inferiore a 150) percepiscono una percentuale
del prezzo di copertina pari al 10%. Altri punti vendita definiti “a basso
potenziale”,ovvero che non hanno aderito agli
standard qualitativi stabiliti a livello interprofessionale, percepiscono il
13-14% del prezzo di copertina. Percentuali
più elevate, pari al 15%, sono garantite ai rivenditori che hanno accettato di
adottare un certo standard qualitativo,
consistente nella presenza della stampa in vetrina, nel destinare una parte
significativa dello spazio espositivo alla stampa,
nonché in un’ampia fascia oraria di apertura. Tale percentuale può salire oltre
il 16% per i rivenditori specializzati che si
sono impegnati ad un obbligo di formazione continuata, ad una modernizzazione periodica, nonché all’informatizzazione
e aggiornamento quotidiano delle vendite. Infine, i punti vendita gestiti da un’impresa che detiene la concessione degli spazi interessati, quali ad esempio i punti vendita delle
stazioni ferroviarie o degli aeroporti, percepiscono una percentuale del 30%.
Cfr. contributo dell’Union nazionale des diffuseurs de presse nell’ambito degli Etats Generaux de la Presse
Ecrite, organizzati dal Governo francese nel 2008-2009.
Giustissimo premiare la
professionalità ma ho paura che sia l’ennesima fregatura….
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