Da anticipazioni riportate dalla stampa risulta che l'art. 39 del Decreto sulle liberalizzazioni verrebbe sostanzialmente modificato o, meglio, svuotato di tutte quelle parti che avevano un 'importanza notevole per la sopravvivenza delle edicole.
Questo è il testo dell'emendamento presentato dai relatori che "sbianchetta" le nostre aspettative
sabato 25 febbraio 2012
martedì 21 febbraio 2012
RAI. DI TUTTO, DI PIU'
Dopo le polemiche sollevate dalla richiesta del pagamento del canone televisivo per il possesso di personal computer, la RAI, secondo quanto riportato sul sito primaonline.it (clicca qui), avrebbe fatto marcia indietro.
Prima di definire chiusa la questione, aspettiamo altri eventuali chiarimenti.
Prima di definire chiusa la questione, aspettiamo altri eventuali chiarimenti.
sabato 18 febbraio 2012
VIVA LA RAI
Mentre tu,
vivi grazie alla RAI/TV
In fondo è la
tua mamma
Ti allatta
dall’antenna
Mamma Rai,
non ti abbandona mai…
Così cantava
anni fa Renato Zero.
Che non ti
abbandona mai è vero: ti scrive di pagare l’abbonamento, te lo ricorda alla
fine di ciascun telegiornale, te lo ripete dalla bocca degli strapagati
presentatori di quiz e shows. Insomma una mamma piena di attenzioni, anche se a
senso unico.
Che tutti
noi viviamo grazie alla RAI/TV non lo trovo assolutamente vero.
Anzi, se
restringo il campo e mi limito agli edicolanti, direi che è vero il contrario e
cioè che noi moriamo anche grazie alla RAI/TV: la proliferazione dei
telegiornali ormai quasi senza soluzione di continuità ha fatto precipitare le
vendite dei quotidiani (basta la notizia non l’approfondimento); gli
investimenti pubblicitari sempre più orientati verso il mezzo televisivo hanno
sottratto capitali agli editori con conseguenti chiusure di diverse testate.
Ed ecco l’ultima
pensata dei “capoccioni” della Rai: una richiesta inviata in questi giorni ad aziende,
professionisti, commercianti ed anche a edicolanti
con un invito a pagare un abbonamento speciale per la detenzione di uno o più
apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni televisive.
Quindi,
secondo Mamma Rai, “un computer collegato alla rete”, utilizzato all’interno di
un’azienda, di uno studio, di un chiosco o di un negozio dovrebbe essere
assoggettato al pagamento di questa nuova “ tassa”.
Vi dico
subito che tale interpretazione è molto molto dubbia e immediatamente l’Associazione per i Diritti
degli Utenti e Consumatori, Rete Imprese Italia, il nostro Sindacato Nazionale (vedi la circolare) hanno preso posizione contro tale tesi e due senatori hanno
presentato un’interrogazione ai competenti ministeri.
In attesa di
chiarimenti suggeriamo a chi non possiede un normale televisore all’interno del proprio punto di vendita di
NON pagare l’abbonamento speciale anche
se così facendo rischierà di non poter vedere la “farfallina” della Rai.
mercoledì 8 febbraio 2012
PROGETTI MONDADORI
Su stampacadabra.it
ho trovato un interessante articolo (clicca qui) nel quale Stefano De Alessandri , Direttore
Generale Periodici Mondadori, spiega le prossime strategie del gruppo
editoriale.
Poco ci
riguardano i restyling delle diverse testate sui quali non abbiamo alcun titolo
per intervenire, mentre invece qualcosa da dire lo possiamo trovare sulla
dichiarazione relativa ai periodici a basso prezzo di vendita: “Noi
riteniamo che il posizionamento della casa editrice debba essere di qualità, i
giornali familiari a basso prezzo non ci interessano”, neppure se
riescono a garantire una larga diffusione tale da incassare parecchio in
edicola, perché, spiega, “potrebbero
avere problemi a raggiungere una marginalità positiva”.
Prendo atto con piacere
che Mondadori non ha intenzione di praticare sulle sue pubblicazioni quella
politica di “cut-price” tanto in voga attualmente, ma mi chiedo se il
cosiddetto “banded” che l’editore da tempo utilizza, per esempio, con Tv Sorrisi
& Canzoni, Panorama, Grazia, Chi, Cucina Moderna, ecc. non produca il
medesimo effetto devastante sul “cassetto” degli edicolanti. D’accordo che è un
mezzo per aumentare la diffusione (e quindi gli introiti pubblicitari) ma, in
pratica, mi costringe a vendere due pubblicazioni al prezzo di una dimezzando i
miei ricavi.
Non credo che il costo di
una simile promozione venga, nemmeno parzialmente, addebitato ai giornalisti,
ai grafici, ai tipografi e a tutti coloro che hanno partecipato all’uscita
delle pubblicazioni: il “sacrificio” viene richiesto, anzi imposto, solo all’ultimo
anello della catena, ai giornalai, che spesso hanno in edicola due identiche
testate, una a prezzo pieno, l’altra in omaggio incellofanata con una diversa
pubblicazione.
Un altro passaggio che
deve farci riflettere è quello relativo al futuro della stampa periodica: Rimane ineludibile la necessità di
esplorare e colonizzare tutte le nuove piattaforme dove i periodici vivono
grazie ai propri lettori, e puntare ovviamente sul digitale “come
un’espansione del brand” , non da vedere come un tentativo “di
sottrarre terreno alla carta stampata”….. Coccolando, fin da ora, i lettori
della nuova generazione, che si spera saranno i lettori del domani, una volta
che gli adulti di oggi cederanno inavvertitamente il passo ai propri figli,
abituati zero a frequentare le edicole.
Dobbiamo prendere atto che
il cambio generazionale è ormai alle porte e, come conclude l’articolo,
studiare con urgenza qualcosa per prevenirlo.
martedì 7 febbraio 2012
EDICOLANTI IN FUGA
La crisi del settore editoriale ha ormai superato le
previsioni più pessimistiche: chiudono numerose testate, falliscono
distributori nazionali e locali, scompaiono migliaia di edicole.
Come risolvere il problema?
In Italia con la liberalizzazione, in Francia con un aiuto
economico alle edicole. (clicca qui)
Corre voce che i colleghi della Valle d’Aosta (e forse anche
quelli del Piemonte) stiano meditando di chiedere l’annessione alla repubblica
oltralpina.
giovedì 2 febbraio 2012
CONVOCAZIONE
Il 7 febbraio p.v. alle ore 16.30, presso il Dipartimento
per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è
convocato il tavolo tecnico di tutte le componenti della filiera per affrontare
e approfondire le recenti disposizioni normative in materia di distribuzione e
vendita dei giornali inserite nell’art. 39 del Decreto Legge del 20 gennaio
2012.
Spero che già da questo primo incontro con il nuovo
sottosegretario Paolo Peluffo arrivino i chiarimenti necessari a dissipare
alcuni oscuri termini e passaggi contenuti nel Decreto Legge che vanno dagli “sconti” al prodotto “complementare”, dagli “edicolanti” alla “ingiustificata mancata fornitura”, dal “defalcare il valore del materiale fornito in conto vendita” alle “clausole contrattuali fra distributori ed
edicolanti”.
In pratica, sono necessarie precisazioni su ciascuna delle
righe che compongono l’art. 39. Allegria!
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