martedì 27 dicembre 2011

HANNO UNA FACCIA COME ....

Non credo che sia necessario perché i giornalai non sono idioti come pensano gli editori però meglio ricordare di non esporre né vendere la pubblicazione qui riprodotta:



venerdì 23 dicembre 2011

SOSPESO LO SCIOPERO

Le Organizzazioni Sindacali di categoria, dopo la riunione tenutasi ieri 22 dicembre 2011 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con il Sottosegretario con delega all'editoria, hanno deciso di sospendere lo sciopero indetto per i giorni 27, 28 e 29 dicembre 2011.
Vedere la circolare dello SNAG e il comunicato stampa del Governo.
In attesa dell'esito del prossimo incontro programmato per il 10 gennaio 2012, non mi rimane che porgere a tutti voi e alle vostre famiglie i migliori auguri di BUON NATALE e di un felice ANNO NUOVO.

domenica 18 dicembre 2011

PERCHE' SCIOPERARE

Alcuni colleghi si chiedono e mi chiedono il perché dello sciopero.
Credo che una risposta chiara, forte ed esaustiva sia contenuta nella lettera aperta indirizzata dall'amico Carlo Monguzzi di Monza (clicca qui) a tutti gli edicolanti.
Da leggere anche l'articolo http://giornalaio.wordpress.com/2011/12/18/tanto-tuono-che-piovve/

sabato 17 dicembre 2011

MALINCONICO


Malinconico rende noto che ”cercheremo di incentivare il passaggio in Rete. Ci sara’ un limite minimo di copie vendute e distribuite - spiega - e chi non lo raggiunge deve trasferirsi su Internet per abbattere i costi senza sacrificare giornalisti e lettori”. (Primaonline 16.12.2011).

Malinconico lui, tristi e abbattuti i giornalai.

Nessun sacrificio per i giornalisti e per i lettori.

Indovinate un po’ chi verrà immolato?

giovedì 15 dicembre 2011

SCIOPERO 27, 28 E 29 DICEMBRE


Tutte le Organizzazioni Sindacali di categoria hanno preannunciato  una serie di iniziative di protesta contro la prevista liberalizzazione della rete di vendita dei giornali.

Una prima forma di protesta sarà messa in atto il 27, il 28 e il 29 dicembre con la chiusura totale delle edicole.

Sul sito www.snagnazionale.it trovate tutte le informazioni (circolare)(comunicato stampa)(cartelli)

CHIUDERE ADESSO PER NON CHIUDERE PER SEMPRE

martedì 13 dicembre 2011

LETTERA APERTA


Ritengo doveroso dare spazio al collega Carlo Monguzzi che ha scritto questa lettera che non necessita di commenti.
Lettera aperta a tutti i quotidiani Nazionali

Cari Direttori

Ho letto la vostra lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti.  Con delle buone probabilità, vista la pubblicazione sui vostri autorevoli quotidiani, non potrà sottrarsi dal leggerla. Quella che gli ho inviato io, si è persa strada facendo.
Pertanto non sarà in grado di avere un'ulteriore conferma  che 35.000 rivendite di quotidiani e periodici in tutta Italia sono sull'orlo del disastro. Non domani, oggi. Certo sarebbe bastato un minimo accenno nella vostra lettera aperta, per far capire che esistiamo anche noi e che siamo parte di voi. E sì perché le notizie che i vostri giornalisti scrivono, che voi pubblicate e che distribuite, noi le vendiamo. Pertanto non dovremmo essere così … invisibili. 
Leggo oggi Domenica 11 Dicembre che c'è anche la Fnsi in agitazione. La stessa esprime solidarietà alle vostre richieste.   Editori, Direttori, Giornalisti, Stampatori. Siete tanti. O dovremmo dire,siamo tanti?
Quando voi dissentite,cioè scioperate, noi siamo sul posto di lavoro. Voi direte << adesso questo ci parla di soldi…>> Sono tentato. Mi limiterò a dirvi che la stragrande maggioranza di noi, si affanna per  stipendi modesti, dettati da un'attività mal retribuita.  Mi limiterò a dirvi che abbiamo un Accordo che ci impone di stare aperti anche se voi non ci fate arrivare i quotidiani.  Si chiama parità di trattamento. Belle parole, ma i fatti sono un'altra cosa. Cosa aspettiamo – insieme – a favorire il cambiamento? Voi annunciate lo sciopero, noi ve lo sosteniamo. Voi raggiungete la meta e noi per lo sciopero ci prendiamo un sacco di volgarità. E noi spieghiamo, argomentiamo le vostre ragioni, parliamo di libertà di espressione, di importanza della  funzione della stampa. La vostra funzione. E noi?
Questo non è un lamento, ne tanto meno una protesta. Ma l'angoscia di uomini e donne, che attraverso la loro operosità, cercano di affermare  un'identità. Siamo gente che cerca  di sopravvivere e non di sparire nell' oscurità silenziosa di quest'ultima finanziaria.


Cordialmente

Carlo Monguzzi
Componente Giunta Snag- Confcommercio  (Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai)
ma anzitutto edicolante.

domenica 11 dicembre 2011

L'ULTIMO TRENO


Ho dato una veloce lettura su Il Sole 24 Ore al testo della manovra (Dl 201/2011): «Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici» varata dal Governo Monti.
L’art. 29, punto 3, prevede che, alla data del 31 dicembre 2014, per consentire risparmi nella spesa pubblica, cesserà il sistema di contribuzione diretta stabilito dalla legge 7/8/1990 n. 250 per i finanziamenti alle imprese editrici.
Cito letteralmente: “Detti risparmi, compatibilmente con le esigenze di pareggio di bilancio, sono destinati alla ristrutturazione delle aziende già destinatarie della contribuzione diretta, all'innovazione tecnologica del settore, a contenere l'aumento del costo delle materie prime, all'informatizzazione della rete distributiva.”
Sembra, quindi, che questo Governo dia una notevole importanza all’informatizzazione delle edicole che, a mio avviso, è una delle leve (non l’unica) che potrebbe risollevare il mondo della carta stampata dal baratro in cui sta precipitando da anni.
Una vera informatizzazione delle edicole (che non sia quindi, come oggi, limitata a uno sterile dialogo solo con il distributore locale) consentirebbe agli editori – che nella catena distributiva svolgono il ruolo principale – di gestire il loro prodotto in maniera più accurata.
Che cosa sanno oggi gli editori del loro prodotto? Niente o poco più di niente: la tiratura, le rese e, per differenza, le vendite. Numeri, certo, ma numeri globali, improduttivi, sia perché i dati di vendita precisi arrivano dai distributori nazionali dopo molto tempo sia perché non permettono di risalire alle vendite effettive delle singole edicole.
E ciò causa forniture inadeguate, in eccesso e in difetto, aumenta il costo delle rese e inibisce le vendite di quelle pubblicazioni che hanno ancora un mercato favorevole. Tutto ciò ha dell’inverosimile se pensiamo che l’informatizzazione viene da tempo proficuamente utilizzata in altri settori anche di minor valore di quello editoriale.
Quando nel mondo editoriale esistevano solamente gli editori “puri”, nelle edicole giravano gli ispettori che, anche se parzialmente e non proprio tempestivamente, recuperavano notizie sull’andamento delle vendite, sugli esauriti, sui clienti. Adesso sono scomparsi, spariti, estinti, e comunque non siamo più ai tempi della piuma d’oca.
Qualcosa gli editori hanno cercato di fare: da qualche anno, la F.I.E.G. con le Organizzazioni Sindacali dei rivenditori di giornali, ha messo a disposizione della rete di vendita un software (Inforiv) che, in teoria, doveva servire se non a eliminare quantomeno ad attenuare i numerosi problemi della distribuzione dei prodotti editoriali. Ho detto in teoria perché, in pratica, Inforiv, permettendo solo il collegamento distributore locale/rivenditore, consente, così com’è oggi strutturato, unicamente (o quasi) di avere una bolla di consegna e resa on line la sera precedente all’effettiva consegna delle pubblicazioni. Un po’ poco.
Il progetto – sicuramente migliorabile – non è mai veramente decollato. Si parla di circa 5 mila edicole informatizzate sulle 30/35 mila esistenti (N.d.R.: Possibile che nessuno sappia il numero esatto delle edicole esistenti in Italia?).
A parer mio, i principali oppositori a una vera informatizzazione delle rivendite sono i distributori locali che verrebbero così bypassati, che sarebbero privati del valore aggiunto costituito dal fatto di essere gli unici “proprietari” dei dati di vendita di ogni singola edicola. Inoltre, l’informatizzazione metterebbe il re a nudo, svelerebbe cioè che quasi nessun distributore locale assicura “la migliore diffusione dei prodotti, anche attraverso autonomi interventi durante il periodo di vendita del prodotto stesso, in modo da massimizzare le vendite e contenere il numero delle copie invendute ed ottimizzare i punti di vendita esauriti” (art. 10 Accordo Nazionale sulla vendita dei giornali quotidiani e periodici).
Non immune da colpe anche la categoria dei rivenditori di giornali. Capisco i costi, gli spazi angusti, il lavoro stressante, le limitate possibilità di usufruire di linee adsl, ma gli edicolanti hanno da sempre avuto una specie di idiosincrasia per tutto ciò che è innovazione tecnologica.
Sono ormai trascorsi più di dieci anni da quando lo SNAG lanciò l’iniziativa RETEDICOL@ che, partendo da un POS abilitato alle ricariche telefoniche, aveva come scopo principale quello di portare un “cavo” in edicola, di fare “rete”, agevolando così l’acquisizione di nuovi servizi (biglietteria, giochi, lotterie, ecc.). Poche le adesioni, un’occasione persa, un terreno vergine (risultato anche fertile) lasciato nelle mani di un’altra categoria, quella dei tabaccai, più aperta alle novità.
Se il Governo manterrà quanto promesso in merito all’informatizzazione della rete distributiva, gli edicolanti dovranno cambiare assolutamente la loro mentalità, cessare di essere individualisti, capire che sono degli imprenditori, rendersi conto che il mondo sta cambiando velocemente.
Sarà l’ultimo treno, chi rimarrà a terra si ritroverà al buio in una soppressa stazioncina di periferia, dove non si fermano più nemmeno i treni merce.