lunedì 8 marzo 2010

PUBBLICITA'

La pubblicità, sappiamo, è l’anima del commercio.
Forse è più esatto dire che “la pubblicità è la menzogna legalizzata” (H.G. Wells).

Un paio di esempi, tanto per chiarire.

Il primo l’ho preso da www.snagmonzabrianza.splinder.com e riguarda la Rcs condannata per aver venduto falsi vetri di Murano:

“E’ su Italia Oggi di sabato 6 marzo la notizia che il Tribunale di Milano ha condannato l’editore Rcs a risarcire con 50 mila euro il Consorzio delle aziende produttrici di Vetro Artistico di Murano e la Camera di Commercio di Venezia che gli avevano fatto causa. Le boccettine vendute in collezione nell’anno 2007 non erano di vetro di Murano, ma di vetro proveniente da altre parti.”.

Il commento a tale notizia che compare sul blog è il seguente:

“E se qualcuno sull’onda di quanto deciso dal Tribunale vi portasse indietro le boccette dicendovi di risarcirli? Hai voglia a dire che tu, che lui, che noi… Prima ti denunciano e poi, poi, vediamo come e se te la cavi.”.

L’altro esempio l’ho preso dall’ultimo numero di Azienda Edicola dove compare la pagina pubblicitaria riprodotta.

Che l’edicola possa essere definita un punto di vendita “privilegiato” mi sembra non solo una menzogna ma anche una presa in giro visto che proviene da uno dei maggiori Distributori Nazionali che ben dovrebbe conoscere la rete di vendita: basta infatti entrare in un qualsiasi supermercato e salterà agli occhi la differenza quantitativa (maggiore) e qualitativa (minore) delle pubblicazioni presenti rispetto a quelle di una edicola. Senza contare poi che le forniture a gran parte dei supermercati sono curate dalla Mach 2 Libri, società che, mi pare, abbia qualcosa in comune con M-dis.

Se poi il “punto di vendita privilegiato” sta a significare che l’edicola deve fare da “tappabuchi” per il cliente del supermercato rimasto, poverino, senza un collaterale che gli efficienti servizi della g.d.o. non riescono a procurargli (chi ripaga i costi?) sarebbe stato giusto dire che l’edicola è “un punto di vendita professionale” dove al cliente vengono offerti servizi che né la g.d.o. né tutti gli altri punti di vendita non esclusivi sono in grado di assicurare.

Certo la soddisfazione del cliente può aumentare il fatturato dell’edicola ma l’aumento sarebbe sicuramente più certo e consistente se le forniture ad un punto di vendita professionale fossero – proprio per riconoscere tale professionalità – adeguate alle reali esigenze e tali da non costringere gli edicolanti a ripetere ai clienti quella noiosa filastrocca del “Mi dispiace, esaurito”.

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