Mentre tu,
vivi grazie alla RAI/TV
In fondo è la
tua mamma
Ti allatta
dall’antenna
Mamma Rai,
non ti abbandona mai…
Così cantava
anni fa Renato Zero.
Che non ti
abbandona mai è vero: ti scrive di pagare l’abbonamento, te lo ricorda alla
fine di ciascun telegiornale, te lo ripete dalla bocca degli strapagati
presentatori di quiz e shows. Insomma una mamma piena di attenzioni, anche se a
senso unico.
Che tutti
noi viviamo grazie alla RAI/TV non lo trovo assolutamente vero.
Anzi, se
restringo il campo e mi limito agli edicolanti, direi che è vero il contrario e
cioè che noi moriamo anche grazie alla RAI/TV: la proliferazione dei
telegiornali ormai quasi senza soluzione di continuità ha fatto precipitare le
vendite dei quotidiani (basta la notizia non l’approfondimento); gli
investimenti pubblicitari sempre più orientati verso il mezzo televisivo hanno
sottratto capitali agli editori con conseguenti chiusure di diverse testate.
Ed ecco l’ultima
pensata dei “capoccioni” della Rai: una richiesta inviata in questi giorni ad aziende,
professionisti, commercianti ed anche a edicolanti
con un invito a pagare un abbonamento speciale per la detenzione di uno o più
apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni televisive.
Quindi,
secondo Mamma Rai, “un computer collegato alla rete”, utilizzato all’interno di
un’azienda, di uno studio, di un chiosco o di un negozio dovrebbe essere
assoggettato al pagamento di questa nuova “ tassa”.
Vi dico
subito che tale interpretazione è molto molto dubbia e immediatamente l’Associazione per i Diritti
degli Utenti e Consumatori, Rete Imprese Italia, il nostro Sindacato Nazionale (vedi la circolare) hanno preso posizione contro tale tesi e due senatori hanno
presentato un’interrogazione ai competenti ministeri.
In attesa di
chiarimenti suggeriamo a chi non possiede un normale televisore all’interno del proprio punto di vendita di
NON pagare l’abbonamento speciale anche
se così facendo rischierà di non poter vedere la “farfallina” della Rai.
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