Su stampacadabra.it
ho trovato un interessante articolo (clicca qui) nel quale Stefano De Alessandri , Direttore
Generale Periodici Mondadori, spiega le prossime strategie del gruppo
editoriale.
Poco ci
riguardano i restyling delle diverse testate sui quali non abbiamo alcun titolo
per intervenire, mentre invece qualcosa da dire lo possiamo trovare sulla
dichiarazione relativa ai periodici a basso prezzo di vendita: “Noi
riteniamo che il posizionamento della casa editrice debba essere di qualità, i
giornali familiari a basso prezzo non ci interessano”, neppure se
riescono a garantire una larga diffusione tale da incassare parecchio in
edicola, perché, spiega, “potrebbero
avere problemi a raggiungere una marginalità positiva”.
Prendo atto con piacere
che Mondadori non ha intenzione di praticare sulle sue pubblicazioni quella
politica di “cut-price” tanto in voga attualmente, ma mi chiedo se il
cosiddetto “banded” che l’editore da tempo utilizza, per esempio, con Tv Sorrisi
& Canzoni, Panorama, Grazia, Chi, Cucina Moderna, ecc. non produca il
medesimo effetto devastante sul “cassetto” degli edicolanti. D’accordo che è un
mezzo per aumentare la diffusione (e quindi gli introiti pubblicitari) ma, in
pratica, mi costringe a vendere due pubblicazioni al prezzo di una dimezzando i
miei ricavi.
Non credo che il costo di
una simile promozione venga, nemmeno parzialmente, addebitato ai giornalisti,
ai grafici, ai tipografi e a tutti coloro che hanno partecipato all’uscita
delle pubblicazioni: il “sacrificio” viene richiesto, anzi imposto, solo all’ultimo
anello della catena, ai giornalai, che spesso hanno in edicola due identiche
testate, una a prezzo pieno, l’altra in omaggio incellofanata con una diversa
pubblicazione.
Un altro passaggio che
deve farci riflettere è quello relativo al futuro della stampa periodica: Rimane ineludibile la necessità di
esplorare e colonizzare tutte le nuove piattaforme dove i periodici vivono
grazie ai propri lettori, e puntare ovviamente sul digitale “come
un’espansione del brand” , non da vedere come un tentativo “di
sottrarre terreno alla carta stampata”….. Coccolando, fin da ora, i lettori
della nuova generazione, che si spera saranno i lettori del domani, una volta
che gli adulti di oggi cederanno inavvertitamente il passo ai propri figli,
abituati zero a frequentare le edicole.
Dobbiamo prendere atto che
il cambio generazionale è ormai alle porte e, come conclude l’articolo,
studiare con urgenza qualcosa per prevenirlo.
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